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Anche se può sembrare un post “lontano” dal consueto background sensuale di questo mio angolo virtuale, voglio comunque ricordare uno dei personaggi storici della nostra televisione, ma – soprattutto – un Uomo di grande spessore culturale e dai modi d’altri tempi… ben lontano dalla mediocrità e volgarità che ci viene propinata da ogni dove negli ultimi anni… ragion per cui, in palinsesti sempre più diseducativi, triviali ed approssimativi con protagonisti senza alcun talento o professionalità acquisita, per un autore, scrittore e conduttore di notevole sapere ed elevato savoir faire come Luciano Rispoli – ovviamente – non vi era più spazio da tanto, troppo tempo.
Così “Zio Luciano” si è spento ieri col grande rammarico d’esser stato dimenticato da una tv a cui tanto aveva dato e che tanto aveva amato e che farne parte lo faceva stare bene.
Rispoli, con quella inconfondibile voce un po’ nasale, quel suo linguaggio elegantemente iperbolico, quei suoi modi garbati e cerimoniosi da bon-ton, è stato il padre dei talk show civili e rispettosi ove ospitava attori, scrittori e luminari con uguale cordialità, semplicemente “per il piacere di ascoltare” e divulgare.
Per un decennio ha diretto il Dipartimento Scuola Educazione (l’attuale RAI Educational n.d.r.), ideatore e conduttore del celeberrimo gioco a quiz incentrato sulla lingua italiana “Parola mia” – con la partecipazione in qualità di Giudice-Arbitro di gara del linguista Professor Gian Luigi Beccaria (famosa la sua rubrica Parola di Beccaria n.d.r.) – che, in sole tre edizioni, è diventato un classico emblematico del suo genere per la TV italiana, nonché un “cult” per la nostra generazione.
Rispoli sapeva ed amava coniugare sapientemente informazione, divulgazione ed intrattenimento, allora inventò e condusse “Tappeto volante”, talk show quotidiano del pomeriggio nel cui salotto ha ospitato innumerevoli personaggi della cultura e dello spettacolo, della politica e dell’attualità, italiani e non, ma tutti sempre a proprio agio nel gentile salotto domestico di “Zio Luciano”, con tanto di divani e tavolino imbandito con pasticcini e cioccolatini come solo un perfezionista impeccabile e cortese padrone di casa d’altri tempi sapeva fare.
Au revoir présentateur courtois…
“E’ vero che a volte sono un po’ cerimonioso, sono così: l’urlo, lo scandalo e la volgarità non hanno mai abitato nella mia televisione, per questione di rispetto”. (cit.)